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È possibile guarire dall’HIV?



All’inizio degli anni ’80, un ricercatore della University of California si imbatté in un giovane paziente affetto da un tipo di polmonite che sembrava colpire quasi esclusivamente persone con un sistema immunitario indebolito.

Nel ‘81, i Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta, registrarono sul loro bollettino epidemiologico un aumento di casi della stessa polmonite e di un raro tumore dei vasi sanguigni in giovani pazienti omosessuali. Nella comunità scientifica quindi, crebbe sempre di più la consapevolezza di essere di fronte a una nuova misteriosa malattia; la nota rivista scientifica The Lancet parlò di ‘Gay Compromise Syndrome’.

Quando però, nel ’82, si registrarono i primi casi tra i pazienti emofiliaci (persone obbligate a ricevere continue trasfusioni) fu sempre più chiaro che la nuova malattia potesse colpire chiunque, non solo gli omosessuali come si riteneva all’inizio!


La Food and Drug Administration parlò per la prima volta di ‘Sindrome Da Immunodeficienza Acquisita’. Solo nel ’84 si scoprì che la causa di AIDS era l’HIV, un virus che distrugge i globuli bianchi indebolendo il sistema immunitario. In dieci anni si arrivò a 2,9 milioni di contagi nel mondo!


La grande svolta arrivò nel ’96 con la terapia antiretrovirale, in grado di cronicizzare l’infezione curando i pazienti, senza però guarirli, ovvero senza eradicare il virus. Questa portò a un calo della mortalità, ma nel 2018 ci furono comunque 770.000 decessi a causa del ritardo diagnostico e della difficoltà di accesso alle cure.

Finché nel 2008, il ‘paziente Berlino’ e a seguire, quest’anno, il ‘paziente Londra’ (entrambi affetti da HIV) sono guariti in seguito al trapianto di midollo osseo subito per curare un cancro delle cellule del sistema immunitario. Infatti, i globuli bianchi ‘sani’ del donatore di midollo, presentavano una mutazione del solo recettore CCR5 che impediva l’attacco da parte del virus.


Poiché però l’HIV, avrebbe potuto comunque attaccare i globuli bianchi legandosi ad altri recettori presenti su di essi, la guarigione dei pazienti resta in parte un mistero..riusciranno gli scienziati a risolverlo?





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