Viaggiare apre la mente. Non è forse questa una delle frasi più familiari alle nostre orecchie? Non si tratta di un libro di Aforismi, bensì di uno dei ritornelli più ricorrenti della nostra vita. Fin da bambini ci insegnano che viaggiare è qualcosa di fuori dall'ordinario, che chi viaggia è coraggioso perché si misura con la continua scoperta del mondo, degli altri e di se stesso.
E qual è uno dei tanti bagagli che rende il viaggio più ricco e stimolante? Beh, senza dubbio il conoscere la lingua del luogo in cui si approda. È dimostrato, infatti, che apprendere una nuova lingua ha effetti sul proprio comportamento e sul modo di concepire il mondo, e questo a parer mio è un dono a dir poco straordinario. Basti pensare che ogni paese ha un suo modo particolarissimo di esprimere concetti e situazioni, distinti ogni luogo, e che influenzano così anche il nostro modo di pensare. Un valido esempio è quello dei giapponesi, che utilizzano termini diversi e specifici per riferirsi alle varie sfumature di blu, identificandole in modo distinto. Dunque, imparando questa lingua, si arriverà a percepire il valore dei colori diversamente e ad ampliare la propria visione del mondo. Il grande regista italiano Fellini diceva: “Un linguaggio diverso è una diversa visione della vita”, come un sentiero che guida la mente passo passo e la fa aprire al mondo.
Viaggiare, però, non annulla solo i confini spazio-temporali, bensì incide anche sulla personalità delle persone, offrendo loro una notevole apertura mentale, uno spiccato senso di socialità ed un grande bagaglio personale. Avete mai notato come un'altra frase molto comune sia “Si vede che ha viaggiato molto”, o ancora “Da come si pone, si nota che studia lingue”: musica per le nostre orecchie! Spesso si tratta di frasi stereotipate ed infondate utilizzate con il solo scopo di vivacizzare la conversazione, ma io stessa riconosco un fondo di verità in queste parole. Non è forse vero che coloro che hanno viaggiato molto e vissuto in parti del mondo quanto più diverse, sono dotati di un'apertura che va ben oltre il semplice studiare sui libri e che solo un'esperienza in prima persona ti può regalare? A me piace chiamare queste persone “Cittadini del Mondo”, provvisti di un passaporto emotivo valido in ogni paese e continente e capace di far vivere loro intensamente ogni viaggio ed esperienza, perché aperti al confronto, alla conoscenza ed al cambiamento.
Il filosofo cinese Lao Tzu diceva: "Un viaggio di mille miglia inizia con un solo passo", incitandoci così a non perdere di vista il nostro cammino solo per la tortuosa e lunga strada che ci attende. Mi sento di dire che questa frase è applicabile ad ogni ambito della nostra vita, e, perché no, anche a quello di imparare una nuova lingua. Mai partire scoraggiati di fronte alla sua notevole difficoltà ed alla diversità dalla nostra lingua madre, non è questo che ci spinge ad uscire dalla nostra comfort zone ed apprezzarne il risultato? In questo modo sarà più semplice circondarci di persone e culture lontanissime da noi, misurarci con nuove tradizioni ed ideali ed aprirci continuamente a nuove sfide.
Viaggiare apre la mente. Una persona cara una volta mi disse che studiare lingue era sia un trampolino di lancio che una condanna, perché scegliere di fare del viaggio la propria vita significherà non avere mai stabilità e radici ed essere sempre e solo un continuo peregrinare in giro per il mondo. Io ancora non sapevo quale strada avrei preso nella vita, non avevo ancora indagato le mie passioni o preso consapevolezza dei miei punti di forza, eppure, così giovane ed ingenua, mi ritrovai a fare un bilancio importante per il mio futuro e per la persona che sarei diventata. Non ci pensai due volte, sapevo già quale sarebbe stato il mio destino, e da allora non ho mai rimpianto una singola volta la scelta che fin dai primi anni di scuola ho intrapreso. Tutte le esperienze che ho vissuto hanno forgiato il mio carattere. Tutte le lingue che ho imparato hanno ampliato i miei orizzonti. Tutte le persone che ho conosciuto mi hanno regalato preziosi insegnamenti e consapevolezze. Tutti i viaggi che ho fatto mi hanno portata dove sono adesso, e alla fine di un viaggio è proprio questo che facciamo: torniamo a casa, ci guardiamo allo specchio e ci chiediamo se ci vediamo diversi, se ci sentiamo cambiati, ed in fondo speriamo sempre che la risposta sia “Sì”.
E voi come vi sentite agli albori di un nuovo viaggio? Ad esempio, dopo aver iniziato a studiare una nuova lingua o esservi cimentati alla scoperta delle sue particolarità?
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