Autore: #ViolaBuzzoni
La bellezza, dicono sia un fattore soggettivo. Ma la verità è che siamo ancora lontani dal considerarla tale. In età vittoriana il romanticismo la idealizzò a tal punto che divenne automatico pensare che un bell’involucro dovesse per forza contenere qualcosa di altrettanto meraviglioso.
Charlotte Bronte affermava: “La consunzione […] è un tratto decisamente affascinante.” Questa frase colpisce soprattutto se si considera che proprio la consunzione o tubercolosi, avrebbe posto fine alla sua vita.
Per i romantici tutto si traduceva in sentimento, e questo veniva portato all’estremo. Ogni tipo di emozione, per definirsi autentica, doveva essere talmente intensa da sconvolgere l’animo. Per puro caso la tisi è una condizione che letteralmente e lentamente “consuma” la sua vittima. Chi avesse quindi posseduto occhi languidi, pelle bianca, guance rosse, fisico esile (conseguenze di una febbre bassa ma continua), avrebbe senza dubbio dovuto essere una persona “trasportata dall’emozione” nel senso più completo del termine. Soprattutto le donne iniziarono quindi ad imitare i sintomi con trucco ed abbigliamento. L’incarnato era schiarito con creme a base di piombo (non esattamente salutari), il rouge era applicato sulle guance e l’estratto di belladonna assunto per dilatare le pupille facendo sembrare gli occhi più grandi ed espressivi. Il tronco era forzato in corsetti strettissimi che alla lunga deformavano la cassa toracica, e gli abiti iniziarono ad essere tagliati in modo da limitare il movimento. Il tutto con il risultato di aumentare l’impressione di fragilità ed instabilità.
Si pensa spesso che le cose abbiano un inizio e una fine, ma l’effetto farfalla esiste. È quindi facile vedere come l’ideale della magrezza, mostro che ossessiona il mondo ancora oggi, non sia solamente il risultato della contemporaneità, e impressiona vedere come già duecento anni fa il desiderio di essere “belli” portasse all’autodistruzione.
La nostra specie si libererà mai di questi spettri? Noi, incapaci di guardarci davvero, saremo in grado di accettare la persona riflessa nello specchio?
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