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Quanto ci costa il lockdown?



L’ultima settimana, complice la lieve flessione dei contagi, è stata caratterizzata dal dibattito su lockdown, tempi e modalità della riapertura.


Secondo Bankitalia, la chiusura costa all’Italia lo 0,5% del PIL (circa €9 mld), alla settimana. Svimez prevede una flessione mensile di €47 mld, 37 nel centro-nord, 10 al sud. Giunti alla settima settimana, secondo le stime più prudenti, la perdita è stata di circa €60 mld (3,5% del PIL), per un paese cresciuto mediamente del 0,91% all’anno fra 2014 e 2019.


Con l’avvicinarsi del 4 maggio, l’opinione di esperti e governanti è divisa fra fautori della cautela e sostenitori di una riapertura, seppur graduale. Plurime ipotesi sono al vaglio e vertono soprattutto su ripresa delle attività divisa per regioni e sui settori che per primi dovrebbero ripartire.


La regionalizzazione dell’apertura consta del problema che le 4 regioni più colpite dal virus (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna) contribuiscono per il 45% del PIL.


Per quanto concerne il secondo aspetto, il settore dei servizi traina il paese, creando oltre il 70% del PIL, mentre l’industria si assesta intorno al 20%. Il terziario, data l’insita natura sociale, è il più colpito e mostrerà la ripresa più lenta; all’interno di esso, il turismo concorre per circa il 15% del PIL e, probabilmente, quest’anno avrà un impatto marginale.


In termini occupazionali, attualmente si stima che circa il 35% di dipendenti ed il 40% di indipendenti non stiano lavorando. Inoltre, le assunzioni sono in calo del 62%, rispetto ad aprile 2019; poche settimane fa eravamo al -40%.


I nuovi piani di finanziamento, se non accompagnati da uno strutturato piano economico, non possono sostenere lo sviluppo del paese. La liquidità resa disponibile fungerebbe solo da palliativo e andrebbe a finanziare il debito, regresso e nuovo, delle nostre imprese, senza giovamento nel medio-lungo termine; non si tratta solo di ricostruire, ma di porre le basi del nuovo tessuto economico italiano.


A vostro avviso, durante la Fase 2 l’economia italiana riuscirà ad attenuare queste cadute? Ritenete giusto riaprire o è poco coscienzioso?






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