Con la variante #Omicron che dilaga è diventato quasi impossibile ad oggi non essere stati a #contatto con qualcuno che si è poi rivelato #positivo, ma quando ha senso farsi il tampone? E quale?
I test antigenici rapidi rilevano la presenza di proteine virali (#antigeni) e ne esistono tre generazioni che si distinguono per la diversa tecnica di analisi in laboratorio: quelli di prima generazione sono a immunocromatografia, quelli di seconda a immunofluorescenza mentre quelli di ultima generazione sono a immunofluorescenza con lettura in microfluidica.
Questi hanno una #sensibilità e #specificità elevate ma sempre non paragonabili al tampone #molecolare: hanno infatti la capacità di determinare circa il 72% dei casi #sintomatici e il 58% di quelli asintomatici, ottenendo percio un gran numero di falsi negativi. Sono percio molto utili quando la carica virale è abbastanza alta, ovvero due/tre giorni dopo il contagio, ed hanno il vantaggio di ridurre il peso sul sistema sanitario tenendo le persone con maggiore grado di infettività isolate.
Il test più affidabile rimane in ogni caso quello molecolare che già poco dopo l’esposizione al virus ha una maggiore sensibilità, che rimane tale anche fino a dopo due settimane dal contagio, cioè quando la carica virale dovrebbe essere generalmente più bassa e non quantificabile con un test rapido.
E tu che esperienze hai avuto al riguardo?
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