Autore: #FrancescoBellucci
Ogni Natale vi trovate di fronte alla scelta di un regalo per i vostri cari e, come ogni anno, non ne potete più di comprare schiume da barba o braccialetti? Allora siete fortunati, perché l’economia viene in vostro aiuto!
Secondo gli economisti i regali non sono doni efficienti. Infatti, molto spesso chi compra un regalo non conosce i desideri dell’altra persona, con la conseguenza che il dono non accontenta appieno le aspettative del festeggiato. La soluzione a questo problema? Affidarsi al mercato. In altre parole, secondo gli economisti, basterebbe regalare in dono del denaro per poi far scegliere direttamente al festeggiato come investire il proprio gruzzoletto! Piccolo problema: quanti di voi sono rimasti delusi per aver ricevuto una busta con dei soldi dentro, anziché una scatola incartata dal contenuto misterioso? Dopotutto, l’essenza del regalo è la convinzione che chi ce lo regala sia capace di carpire le nostre aspettative più profonde. Il denaro, al contrario, sminuisce il valore dell’amicizia, poiché ricevere dei soldi ci fa percepire disinteresse da parte di chi compie il regalo.
Il mercato può corrompere la moralità in molti altri modi. Ogni anno in Israele molti studenti si offrono volontari per la raccolta di denaro a fini benefici. Per capire meglio questo fenomeno alcuni economisti crearono due gruppi distinti di volontari: uno senza incentivi ed un altro incentivato con una piccola commissione dell’1%. Successivamente, una volta terminata la campagna di donazioni, effettuarono delle rilevazioni per capire quale dei due gruppi avesse racimolato la somma più grande: con lo stupore di molti il gruppo senza incentivi aveva stracciato l’altro! Infatti, dando un valore monetario alla moralità che spingeva la ricerca di donazioni, i volontari “retribuiti” avevano perso lo stimolo a cercare donatori.
E voi pensate che il mercato possa avere dei limiti morali? E se sì, quali?
Se siete curiosi di approfondire questa tematica vi invitiamo a leggere “Quello che i soldi non possono comprare” di M. J. Sandel.
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