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Potere ai piccoli!



Quanti di noi crescendo e avventurandosi nello studio di una lingua si sono chiesti: “Ma perchè non me l'hanno insegnata da piccolo?”. Infatti, crescere in un ambiente bilingue appare ai nostri occhi come la fonte di risoluzione di molti problemi, credendo che i tomi di grammatica e le infinite liste di vocaboli da imparare siano da accantonare immediatamente. In realtà, però, non è da vedersi come una conoscenza innata, bensì come una capacità che ha preso forma in tenera età ed è in continua evoluzione. Quindi, quali sono i meccanismi che si celano dietro l'acquisizione di una seconda lingua oltre la propria lingua madre?


Secondo studi incentrati sullo sviluppo delle facoltà cerebrali umane, è emerso che le lingue a cui un bambino è esposto nei primi tre anni di vita sono acquisite dal cervello come “lingue materne”. Fino agli otto anni si hanno ancora valide potenzialità per l'apprendimento, ma con il passare degli anni queste vanno via via perdendosi. Anche se non esiste una “scadenza” precisa per l'acquisizione di una nuova lingua, superata l'età infantile si azionano meccanismi diversi, come l'alterazione del sistema di memorizzazione; infatti, a quel punto si richiede un maggiore sforzo di concentrazione e si precludono alcuni automatismi propri dell’apprendimento linguistico dei primi anni di vita.


Dunque, già da quando un bambino è appena nato, ascoltare due lingue invece di una è per lui una ricchezza e non una fatica, avvenendo tutto in modo naturale e graduale. Perciò, appurato che l’età ha un profondo effetto sulla capacità di apprendere una seconda lingua, la scelta del “quando” introdurla dipende esclusivamente dal risultato che si vuole ottenere. Se si desidera una certa fluidità e naturalezza, in termini di bilinguismo, allora semplicemente prima si inizia, meglio è. Ovviamente è importante perseverare con costanza la pratica di entrambe le lingue apprese onde evitare di creare un arrugginimento in quella meno utilizzata. E voi credete che crescere un bambino facendo uso di due lingue sia troppo complicato o che invece, per il futuro che lo attende, ne valga decisamente la pena?



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