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Petizioni: web e democrazia diretta. Un binomio vincente?

Autore: #AndreaGhiro



Il web è pieno di iniziative, pubblicizzate in vario modo, con le quali i cittadini propongono petizioni e invitano a firmare e supportare una loro proposta. Ma cos'è una petizione?


La petizione è un istituto di democrazia diretta, ossia un mezzo attraverso il quale tutti i cittadini possono partecipare direttamente alla vita politica e alla gestio rei publicae. È garantita dall'articolo 50 della nostra Costituzione, che recita:


"Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità."


È un mezzo grazie al quale chiunque può presentare una domanda alle Camere col fine di manifestare un problema comune o persino chiedere che venga promulgata una legge. Strumenti simili – e forse più noti – sono il referendum e l’iniziativa di legge popolare, ma a differenza di quest’ultima la petizione è molto più informale: non richiede numeri minimi di adesioni né alcun progetto strutturato. È un istituto molto antico che il legislatore, non solo quello italiano, è solito disciplinare, tanto che è previsto anche nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE all’art. 44:

"Qualsiasi cittadino dell’Unione o qualsiasi persona fisica o giuridica che risieda o abbia la sede sociale in uno Stato membro ha il diritto di presentare una petizione al Parlamento europeo."


Eppure, un istituto così diffuso è davvero tenuto di conto?Malgrado la Camera dei Deputati sia obbligata a prendere in considerazione tutte le petizioni e indirizzarle alla commissione competente per materia, le petizioni hanno scarso rilievo applicativo, proprio a causa dei requisiti minimi richiesti e, conseguentemente, della loro sovrabbondanza.


Sicuramente il web ha incentivato molto questa pratica, rendendola per molti versi più facile: decine di piattaforme e siti web consentono di ‘lanciare’ petizioni. Ma siamo sicuri che sia riuscito a darle maggiore efficacia? Potrà il web favorire e migliorare le petizioni e, più in generale, tutta la partecipazione dei cittadini alla vita politica o rischierà di produrre l’effetto contrario?




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