È dicembre, quel periodo dell’anno dove tutti vanno alla ricerca dell’addobbo perfetto, delle palline personalizzate, delle migliori statuette per il presepe, delle luci e di lui, si proprio di lui, l’albero perfetto, della dimensione giusta per quell’angolo di casa riservatogli.
Ma la domanda che ci poniamo rimane la stessa: meglio un albero vero o finto?
Adesso ve lo spiego con alcuni semplici dati.
In tanti utilizzano alberi di plastica credendo che siano più ecologici, in quanto permettono di salvare alberi veri e durano nel tempo, ma non è così. La produzione di un albero naturale di 1,8 metri di altezza comporta l’emissione di circa 0,5 kg di CO2e (anidride carbonica equivalente), senza tener conto delle fasi di trasporto, mentre un albero artificiale con pari caratteristiche dimensionali ed estetiche ne produce circa 19 kg (CO2e). Direi che i dati sono già abbastanza evidenti così, ma non è tutto. Se ipotizziamo di cambiare l’albero vero ogni anno, basandosi su questi dati, dovremmo riutilizzare l’albero artificiale almeno 37 volte, cioè 37 anni per poter pareggiare gli impatti.
Tranquilli, nessuna foresta viene danneggiata se compriamo un albero di Natale, in quanto vengono appositamente coltivati come una qualunque coltivazione agricola in terreni a rischio abbandono.
E a fine feste che facciamo?
Semplice! Come detto sopra l’albero finto andrebbe utilizzato per almeno i 37 anni seguenti, mentre l’albero naturale è più facilmente riciclabile. La soluzione non è certo piantarlo in giardino o nel bosco più vicino dopo il suo utilizzo, perché nella fase di eradicazione subiscono mutilazioni radicali che rendono difficile l’attecchimento dopo il reimpianto. L’albero va smaltito come materiale organico, o meglio ancora va comprato in un vivaio locale, per garantire la sopravvivenza di aziende medio-piccole come quelle che caratterizzano i nostri territori montani, dove poterlo restituire alla fine del periodo natalizio!
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