Autore: #MatildeBocci
Quando si sente parlare di farmaci equivalenti, sconosciuti cugini di farmaci a noi più noti, spesso si storce il naso e mostriamo diffidenza, ma esattamente un farmaco equivalente cos’è?
È un farmaco contenente lo stesso principio attivo, nella stessa dose, con la stessa forma farmaceutica e usato per la stessa via di somministrazione del farmaco originale e bioequivalente, cioè con la stessa efficacia. Le uniche differenze sono negli eccipienti utilizzati, ad esempio, per il sapore o il colore, oltre ad avere un nome differente.
Il farmaco equivalente spesso, però, è ingiustamente considerato sottomarca o una copia scadente dell’originale. Un primo approccio per cercare di apprezzarli meglio è stato quello di cambiare il nome da generico, che dava più un’idea di qualcosa non esattamente uguale, a equivalente con il DL 219/2006 per evidenziare che si trattasse di un prodotto con le stesse caratteristiche dell’originale.
Inoltre, gli equivalenti tendono a costare meno rispetto agli originali e ciò viene visto come indice di scarsa qualità. Ma non è così! Deve infatti avere gli stessi requisiti di sicurezza e qualità dell’originale per poter essere immesso in commercio. Il prezzo inferiore è dovuto alla mancanza di ricerca dell’azienda. Infatti, l’equivalente viene prodotto alla scadenza del brevetto dell’azienda originale, perciò non devono essere ripetuti tutti gli studi di sviluppo del farmaco e gli studi clinici che incidono maggiormente sul costo finale. L’equivalente ha quindi un prezzo inferiore almeno del 20% rispetto al farmaco di riferimento che rappresenta un risparmio sia per il Sistema Sanitario Nazionale che per il singolo cittadino.
Ma quindi si può passare così facilmente da un farmaco all'altro? Dipende! La differenza di bioequivalenza ammessa è del ±20% tenendo conto delle oscillazioni di biodisponibilità che possono esserci nello stesso soggetto o in soggetti diversi. Ciò non rappresenta normalmente un problema ma non tutti i pazienti sono uguali come non lo sono neanche i farmaci, alcuni infatti possono essere molto pericolosi anche se la quantità nel sangue varia di pochissimo!
E tu, lo sapevi?
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