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Migrazione Sostitutiva



La struttura della popolazione italiana sta attraversando un intenso processo di invecchiamento demografico. Attualmente, secondo i dati Istat, l’età media degli italiani si aggira intorno ai 45 anni, tra le più alte al mondo. Al contempo, il tasso di fecondità italiano è di 1.3 bambini per donna circa, numero nettamente inferiore rispetto alla soglia di 2.1 che garantirebbe una perfetta sostituzione generazionale.

Nelle prossime decadi, i mutamenti demografici cambieranno radicalmente il tessuto socioeconomico dell’Italia, infatti la porzione di lavoratori, sul totale dei cittadini, andrà drasticamente calando. Ci saranno sempre più anziani sulle spalle delle nuove generazioni che, a loro volta, saranno sempre meno numerose. Allo stesso modo, l’intera Europa sta vivendo un cambiamento simile allo scenario italiano.


Alla luce di questa situazione, nel 2000, le Nazioni Unite hanno pubblicato un paper sulla migrazione sostitutiva che studia, analizza e prevede gli spostamenti in entrata di stranieri necessari per compensare la futura riduzione della popolazione dei paesi europei e per eludere il declino della proporzione tra cittadini in età lavorativa, ovvero tra i 15 e i 64 anni, e quelli in età post pensionamento.


I risultati hanno evidenziato che per mantenere costante, fino al 2050, la popolazione italiana, avremmo bisogno di circa 15 milioni di migranti con la relativa progenie, mentre per tenere salda la classe lavorativa del Paese sarebbero necessari circa 20 milioni di immigrati. Questi numeri sono e dovranno essere fortemente tenuti in considerazione dai governi insieme alle molte problematiche annesse, come i vari costi e difficoltà collegati all’ immigrazione su larga scala.


Dati come questi ci fanno riflettere. È contro problemi come il suddetto che dovremmo iniziare a tutelarci, serviranno accorgimenti appropriati per un superamento graduale del problema che vada a modificare la nostra società in modo prudente e progressivo.

Ma come si potrà, nella pratica, riuscire a contrastare questo andamento demografico senza sovraccaricare le spalle delle future generazioni?





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