Autore: #FrancescoBellucci
La drammaticità dei cambiamenti climatici si pone dinnanzi ai nostri occhi. Da molti anni l’IPCC pubblica report molto controversi per spingere i politici di tutto il mondo ad agire. Nel frattempo la nostra vita procede normalmente. In che modo questi cambiamenti impatteranno sulla nostra vita quotidiana? I ricercatori stimano che un aumento della temperatura del globo di oltre 1,5° provocherebbe uno scioglimento dei ghiacciai, una maggiore scarsità delle risorse idriche nei paesi del Sud, e un incremento dell’intensità dei disastri naturali. Le stime parlano di “un costo di 418 $ per tonnellata di CO2 emessa”, un pesante scotto da pagare per la distruzione del Pianeta. In realtà, già da qualche anno migliaia le aziende in tutto il mondo hanno formato un universo “green” alternativo. Adidas, ad esempio, già dal 2017 ha avviato una collaborazione per la produzione di calzature a partire da plastiche recuperate dagli oceani. In questo mondo verde, spicca il movimento “B Corporation”. Nato nel 2006 negli Usa come ente no profit, oggi conta ben 3.275 aziende certificate in 71 paesi al mondo, di cui circa 100 in Italia. Nel 2018 il fatturato complessivo delle B Corporation ha raggiunto quota 53 miliardi di $, occupando 150.000 lavoratori. I vantaggi di questo circuito? Una tutela legislativa e l’accesso ad un intenso network relazionale. Tuttavia, molti studiosi stanno cercando di capire se esiste una relazione positiva tra il fatto di certificarsi “B Corp” ed il valore economico delle stesse aziende certificate rispetto ai competitor. I risultati, però, sono stati inconcludenti. Il trade off tra beneficio privato e sociale è evidente: il maggiore prezzo di un bene giustifica un minore inquinamento? Benjamin Franklin osava chiedersi se per le imprese fosse possibile “Do well by doing good”. La risposta non è scontata: davanti ad un mondo in continuo cambiamento, la soluzione può arrivare soltanto dalle persone. La questione resta tuttavia aperta: riusciranno queste iniziative green ed il cambiamento delle nostre abitudini a limitare gli impatti dei cambiamenti climatici futuri?
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