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Michele De Fina

Il Disturbo di Personalità Bordeline


“Qualcuno mi aiuti! sto seguendo il mio istinto!” - The Truman Show
“Qualcuno mi aiuti! sto seguendo il mio istinto!” - The Truman Show

Il 24 marzo del 2000 usciva in Italia Ragazze Interrotte. Il film racconta la discesa all’inferno e la rinascita della scrittrice americana Susanna Kaysen (Winona Ryder), affetta da un disturbo Bordeline di personalità. Diventato un cult del cinema moderno, il film ha acceso l’interesse per una condizione


Il disturbo di personalità Bordeline è un disturbo caratterizzato da una forte difficoltà nella regolazione delle emozioni, da un’estrema impulsività e da relazioni interpersonali instabili. Le persone con questo tipo di disturbo hanno repentini cambiamenti di umore, passano da stati di euforia a stati di estrema tristezza, rabbia o sensazioni angoscianti di vuoto. La mancata regolazione delle emozioni da luogo a comportamenti impulsivi e pericolosi, ad un uso compulsivo di sostanze stupefacenti a gesti autolesivi e nei casi più gravi, a tentativi di suicidio. L’ essere sprovvisti di difese emotive porta inoltre a ricercare negli altri quel senso di protezione e di sicurezza mai interiorizzato. È da questo bisogno spasmodico dell’altro che nasce la paura di essere abbandonati che genera i continui tentativi di manipolazione finalizzati a mantenere la vicinanza dell’altro e a ricevere un’immagine positiva di sé.


Tra le terapie risultati efficaci per il disturbo Bordeline, spiccano la terapia Dialettico Comportamentale di Masha Linhean, focalizzata sul cambiamento e sull’accettazione dei vari aspetti dolorosi della propria esistenza e la terapia basata sulla metalizzazione di Peter Fonagy, che ha come obbiettivo stimolare la mentalizzazione, ovvero la capacità di interpretare i comportamenti, propri e altrui, come il risultato di desideri, credenze, aspettative, bisogni, obiettivi e sentimenti.


Promuovere un’adeguata conoscenza del disturbo di personalità bordeline è di fondamentale importanza perché consente a chi ne soffre, e a chi gli sta accanto, di capire che questa diagnosi non è nient’altro che l’inizio di una vita degna di essere vissuta.

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