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Deep web e Dark web

Autore: #EmilioPanti



I termini “deep web” e “dark web” vengono spesso utilizzati (erroneamente) in maniera interscambiabile e con accezione negativa. In realtà, esistono profonde differenze tra i due insiemi digitali che queste parole definiscono.


Per prima cosa è necessario definire il “surface web” (il web “normale”), vale a dire quella porzione del World Wide Web accessibile da chiunque. A questo livello appartengono tutti i siti web e i contenuti indicizzati dai vari motori di ricerca, come Google, Bing, etc. La cosa sorprendente è che il surface web rappresenta (si stima) solamente il 4% del totale delle informazioni presenti in internet.


Tutto il resto, ovvero i contenuti non indicizzati dai comuni motori di ricerca, è il cosiddetto “deep web”. In questo calderone rientrano le pagine ad accesso ristretto o non collegate, i contenuti dinamici (es: generati sul momento dal server dopo una particolare richiesta) e le reti private aziendali, governative ed accademiche. Di questa categoria fanno parte anche le e-mail, la messaggistica social, i record medici e le transizioni bancarie. Data la sua natura, non vi è quindi da stupirsi della dimensione del deep web e tantomeno della legalità della maggior parte dei suoi contenuti.


Il “dark web” è invece un sottoinsieme del deep web, a cui è possibile accedere solamente attraverso particolari software (es: Tor) che consentono l’anonimato. Le dimensioni del dark web sono piuttosto ridotte rispetto a quanto potremmo aspettarci: secondo varie stime esso rappresenta circa il 6% delle informazioni presenti in internet ed il numero dei siti illegali è nell’ordine delle decine di migliaia. I traffici illeciti di maggior volume riguardano droghe, farmaci e materiale pedopornografico, ma è possibile trovare anche armi, strumenti di hacking, killer a pagamento, informazioni e merce rubata. Tuttavia, gran parte degli utenti utilizzano il dark web per aggirare la censura nei regimi autoritari o per azioni di attivismo e whistleblowing.


L’anonimato online rappresenta un'arma a doppio taglio da maneggiare con cautela e rimarrà a lungo uno dei dibattiti etici più accesi dei nostri tempi. Qual è la vostra opinione?





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