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Come l’inquinamento condiziona la nostra salute



L’Italia è uno dei paesi più inquinati d’Europa: i dati raccolti dall'Agenzia europea per l’ambiente (Aea) mostrano come il numero di morti premature causate dal biossido d’azoto sia, nel nostro paese, di circa 14.600 persone l’anno. Il particolato sottile è responsabile invece di 58.600 morti annue. Il territorio più colpito è la Pianura Padana.


I contaminanti sono principalmente prodotti dal traffico veicolare, gli impianti di riscaldamento, le centrali per la produzione di energia e i processi industriali.


Come agiscono queste sostanze sui nostri polmoni? Vengono respirate, raggiungono gli alveoli – porzioni terminali dell’albero bronchiale, dove avvengono gli scambi respiratori – e provocano in questa sede un danno infiammatorio e la contrazione dei muscoli delle vie aeree, contribuendo al quadro di iperreattività bronchiale. I più suscettibili sono anziani, bambini e soggetti con pregresse malattie respiratorie.


Col tempo il danno favorisce lo sviluppo di patologie polmonari. Tra queste ricordiamo l’asma, infiammazione cronica delle vie aeree, che determina una broncocostrizione episodica e generalmente reversibile, responsabile della cosiddetta “fame d’aria” tipica della crisi asmatica. Ancora, la BPCO - broncopneumopatia cronica ostruttiva - caratterizzata da una progressiva ostruzione delle vie aeree, irreversibile: la funzione respiratoria progressivamente si riduce. Infine, i tumori polmonari, il particolato è stato classificato come cancerogeno di classe 1.


Lo studio effettuato dal Crea - Centro per la ricerca sull'energia e l’aria pulita - di Helsinki ha dimostrato che, durante la quarantena, in Italia il biossido d’azoto si è ridotto del 40% ed il particolato del 5%. Secondo la stima di modelli che correlano il numero di decessi in funzione all'inquinamento atmosferico, la quarantena ha evitato nell'ultimo mese circa 1.500 morti in Italia e 11.000 in Europa. Riusciremo a mantenere questi valori anche col ritorno alla normalità?




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