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Coffin Dance: gli uomini danzanti



Sulle note della canzone “Astronomia” ballano 6 uomini di colore in occasione della celebrazione di un funerale. La loro perfomance ha fatto il giro del mondo andando a toccare le 30 milioni di visualizzazioni solo su YouTube. Risate a parte, siamo realmente certi che sia solo una semplice danza cerimoniale?


Il video in questione riprende un servizio giornalistico girato dalla BBC nel luglio del 2017 in Ghana. I protagonisti sono i cosiddetti “necrofori ballerini”, che accompagnano il rito funebre attraverso una perfomance ballata. Questo rito è un tratto comune appartenente ad ogni società tribale africana, che vede impegnato un intero villaggio al servizio della commemorazione del defunto. Il ballo in questione, come riportato dallo stesso servizio della BBC, vede come ideatore B. Aidoo, fondatore del tanto famoso servizio funebre.


Il rito nasce da una formula celebrativa che caratterizza i sei sottogruppi culturali appartenenti al ceppo akan degli Ashanti. Tali gruppi, si contraddistinguono per le loro attività musicali che accompagnano manifestazioni celebrative quali: matrimoni e funerali.

Ogni rito funebre viene eseguito attraverso precise azioni rituali che determinano il passaggio dell’anima del defunto dal mondo dei vivi a quello dei morti. Il primo passo, come riportato da uno studio fatto dall’Università Kwame Nkrumah, comprende il digiuno collettivo conseguito almeno otto giorni prima della sepoltura. A seguire il corpo viene lavato ed impreziosito con amuleti ed altri oggetti funerari. Il tutto accade attraverso l’attività coreografica della danza, a cui prende parte tutta l’intera comunità per dare una degna sepoltura al defunto ed evitare che lo stesso possa tormentare le anime dei vivi.


Questa pratica non è esente da problemi: molte famiglie ghanesi sono costrette ad indebitarsi per celebrare i funerali dei propri cari con evidenti impatti negativi sull’economia del paese.

Ad oggi, questa pratica funeraria costituisce lo scheletro sociale dell’etnia ghanese.

Possibile che in futuro si riesca a mantenere questa tradizione oppure essa verrà fagocitata dalle logiche di mercato?





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