Quando si parla di Second Language Acquisition molti sono i fattori che entrano in gioco nel percorso tra la conoscenza basica e la conoscenza avanzata di una seconda lingua (L2). Considerando seconda lingua ogni lingua appresa successivamente a quella materna (L1), si presuppone che questa si stabilizzi solo successivamente. Nonostante ciò, oltre alla discriminazione cronologica, a distinguere le due lingue concorrono la competenza, ovvero la conoscenza intrinseca della lingua da parte del parlante, e l’uso proporzionale della L2 rispetto alla L1.
Il processo di apprendimento prevede due metodi principali: il primo è conosciuto come Instructed SLA, che è un processo conscio, intenzionale che segue un percorso esplicito, sia esso individuale o guidato da altri. L’altro metodo, Naturalistic SLA, avviene in circostanze spontanee ed è frutto di un’interazione quotidiana con la L2; questo processo porta ad un apprendimento non intenzionale e inconsapevole. I due metodi sono equamente validi per l’apprendimento, ma principale differenza risiede negli strumenti utilizzati dai parlanti nel formulare un enunciato: nel primo caso si farà affidamento alle conoscenze grammaticali per una formulazione corretta, mentre nel secondo caso ci si baserà sulle proprie sensazioni o, più impropriamente, si “andrà a orecchio”.
Nel processo di apprendimento si viene a creare l’Interlingua, una lingua con sue caratteristiche proprie, coerenza interna e stadi di avanzamento. È formata da elementi provenienti sia dalla L1 che dalla L2, ma anche da elementi di nessuna delle due, risultato del ragionamento logico-grammaticale del parlante. Ci sono degli elementi comuni tra le innumerevoli interlingue, le principali dettate dalle rispettive L1 e L2, ma anche produzioni originali le quali, regolate da una logica e coerenza interna, le rendono lingue naturali a tutti gli effetti. Sulla base di ciò, potremmo affermare che le lingue sono tante quanti sono i parlanti sulla Terra.
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